Cambiare lavoro o restare dove sono? Come prendere decisioni di carriera senza blocchi?
È una delle domande più frequenti che emergono nei percorsi di supporto psicologico dedicati al benessere lavorativo. Spesso non è solo una questione pratica, ma il segnale di una crisi più profonda, fatta di dubbi, inquietudine e ricerca di coerenza. Le decisioni di carriera non hanno risposte giuste in senso assoluto: ciò che conta è trovare una direzione che risuoni con la nostra identità, in quel preciso momento della vita.
L’illusione della scelta perfetta
In psicologia, questa situazione prende il nome di ambivalenza decisionale: uno stato di sospensione tra due opzioni che sembrano entrambe possibili, ma nessuna pienamente convincente. Spesso ci affidiamo a strumenti razionali, come la lista dei pro e contro, ma restiamo comunque paralizzati.
Perché? Perché non tutte le voci pesano allo stesso modo. Le persone valutano le opzioni sulla base del significato soggettivo che attribuiscono a ogni possibile conseguenza.
Il vero discrimine è sentirsi in un ruolo coerente con la propria identità. In altre parole, non sono le caratteristiche oggettive di un’opzione a determinare la sua qualità, ma il significato soggettivo che assume nel proprio percorso di vita.
Perciò la domanda-guida non è “Quale opzione mi offre più vantaggi?” ma “Quali vantaggi contano davvero per me, oggi”?
I criteri che contano (e che spesso ignoriamo)
Decidere con consapevolezza non significa solo valutare stipendi o benefit. Significa includere nella riflessione anche criteri come:
- qualità della vita e del tempo personale
- compatibilità con le relazioni affettive
- energia mentale disponibile
- desiderio di stabilità o di cambiamento
Alcune domande utili per orientarsi:
- Quali aree della mia vita verrebbero influenzate?
- Quali valori personali sono in gioco?
- In quale scenario mi sentirei più in linea con me stesso?
Quando allarghiamo lo sguardo, smettiamo di valutare la scelta solo sulla base del ruolo e iniziamo a considerare l’intero sistema in cui quella decisione si inserisce: la nostra biografia, le energie disponibili, il senso di agency.
La prospettiva a tre anni: un esercizio pratico
Immagina te stesso tra tre anni, dopo aver preso ciascuna delle opzioni che stai considerando.
- Come sarà cambiata la tua qualità della vita?
- Cosa noterai nei tuoi ritmi, nel tuo umore?
- A cosa avrai rinunciato? E cosa avrai guadagnato?
Questo esercizio ti permette di uscire dal focus esclusivo sul ruolo e allargare lo sguardo al tuo ecosistema personale e professionale.
Il corpo sa prima della mente
Una decisione può sembrare perfetta razionalmente, ma insostenibile nella pratica. Per questo, nel mio lavoro, accompagno spesso le persone a esplorare anche il linguaggio del corpo:
- Come reagisce il tuo corpo quando immagini di aver già scelto?
- Senti apertura o chiusura? Energia o resistenza?
Il corpo può diventare un alleato prezioso, se impariamo ad ascoltarlo davvero.
Non esiste la scelta giusta, ma quella più “tua”
Una scelta non deve essere perfetta, ma coerente. Non definitiva, ma adatta al momento presente. La coerenza non si calcola, si riconosce.
Nominare le emozioni, visualizzare le conseguenze, darsi tempo: tutto questo aiuta a uscire dalla paralisi e a fare scelte più allineate.
Chiediti se è davvero un cambio di luogo ciò di cui hai bisogno o se puoi apportare miglioramenti dove sei, cambiando ruolo o il tuo modo di stare nel ruolo.
Ne ho parlato anche in questo articolo.
Conclusione: una scelta abitabile, non perfetta
Non esiste una scelta che elimini ogni dubbio. Ogni decisione importante implica una rinuncia, un margine di incertezza, e richiede il coraggio di abitare una direzione senza avere tutte le garanzie.
Ma è possibile prendere decisioni più consapevoli, in cui le priorità personali sono chiare, i criteri sono valutati con lucidità e il futuro viene immaginato non come minaccia, ma come spazio aperto di possibilità.
Nel dubbio, il consiglio utile resta quello suggerito dalla teoria dei sistemi complessi: una buona decisione è quella che mantiene aperte più vie, che non ti chiude in un vicolo cieco, ma ti accompagna verso una nuova configurazione possibile della tua vita.
Guarda qui se un percorso insieme può fare al caso tuo
- Percorso individuale Tempo di Benessere, per ritrovare motivazione e senso nel tuo lavoro
- Percorso di gruppo Equilibrio, per imparare un metodo per bilanciare più in generale la tua vita e trasformare i buoni propositi in azioni.




